#JESOLOPEOPLE: Daniel Menazza, albergatore.

Daniel Menazza, albergatore

Jesolo è una città fatta di mare, design, eventi. E molto altro. Ma soprattutto, è fatta di persone. Per questo abbiamo deciso di dedicare sul nostro blog uno spazio che abbiamo chiamato #Jesolopeople, in cui raccontare le storie della “gente di Jesolo”. C’è chi è qui da sempre e chi è arrivato dopo. Non importa. Quelle che cerchiamo sono storie che valga la pena raccontare.

Come quella della famiglia Menazza, che nel giro di tre generazioni è passata dal lavorare in un albergo a possederne una catena, inseguendo un sogno. A raccontarci la storia è stato Daniel Menazza, che ha rivolto anche uno sguardo al futuro della ricettività a Jesolo.

Cucinare la ricetta del successo

I migliori piatti richiedono impegno e i giusti ingredienti: in questo caso i due principali sono stati Marsica e Gino Menazza, che da quando si sono incontrati hanno costruito non solo una famiglia ma anche un notevole progetto. Lei cuoca e lui imprenditore, il primo passo negli anni ‘60 è stato quello di trasformare un bar tabaccheria in un ristorante. Cavalcando il successo di Jesolo in quel periodo, i due hanno poi deciso di mettere in affitto ai turisti alcune camere dello stabile. Di piano in piano, nel decennio successivo si sono allargati fino ad acquisire l’intero edificio, rendendolo l’albergo 4 stelle di oggi.

Negli anni ’80 è stata comprata invece la seconda struttura, e anche qui la cucina ha giocato un ruolo fondamentale. “Abbiamo iniziato con una pizzeria – ci racconta Daniel – in cui io e mio fratello lavoravamo fino alle 5 del mattino. L’albergo si trovava infatti in una zona circondata da discoteche, quindi rimanevamo aperti per tutti quelli che a fine serata volevano mangiare qualcosa. Mi ricordo che un weekend abbiamo dovuto preparare mille club sandwich! Veniva un sacco di gente, avevamo addirittura un addetto all’ingresso per scaglionare gli ingressi”.

Nel 2006 si è coronato il sogno che Gino aveva di un hotel fronte mare, fino ad arrivare al gruppo odierno di sei strutture, inclusa una storica che nel 2023 compirà ben 100 anni.

Ironia del destino, mia nonna faceva la governante in questo albergo, e decenni dopo la famiglia è riuscita a comprarlo. Si tratta di una bella soddisfazione” afferma Daniel.

Dal passato al futuro: la Jesolo che verrà

Il mondo del turismo è in continua evoluzione e questo si riflette anche sul settore alberghiero, che inevitabilmente è mutato nel tempo. Alcuni cambiamenti sono graduali, altri improvvisi.

Quando mio papà è mancato io, mia mamma e mio fratello abbiamo dovuto prendere in mano tutto. È stato un brutto momento, ma anche un’occasione di crescita: in quei momenti o ti fai sopraffare oppure ti assumi le tue responsabilità e reagisci. Noi abbiamo rivisitato il lavoro di mio papà, ristrutturando gli alberghi in maniera importante, aggiungendo un centro prenotazioni e centralizzando la gestione”.

Ma non si tratta solo di un ammodernamento generale, l’obiettivo è quello di “regalare al cliente un’emozione che possa portare con sé. Per esempio in uno dei nostri alberghi organizziamo da anni serate musicali con artisti internazionali, in questo modo offriamo qualcosa in più di una camera confortevole”.

Secondo Daniel i cambiamenti che hanno interessato gli hotel non sono alla fine, anzi. E guarda all’America per fare una previsione.

Per lavoro mi capita di andare spesso a Miami, e cerco di portare quello stile anche qui. Per esempio lì non esistono la mezza pensione o la completa, e anche qui sono sempre meno richieste. Il futuro sarà quello di vendere solo la camera con colazione, mentre la gestione dei ristoranti verrà esternalizzata, dandola direttamente in mano agli chef. In America è normale entrare in un hotel per farci colazione o pranzarci, qui il cambiamento è ancora in corso”.

A Jesolo qualcosa si muove già: molti bar e ristoranti di alberghi sul lungo mare sono accessibili anche a chi non è cliente in struttura, e si può scegliere di fare un aperitivo in un locale della città così come sulla terrazza vista spiaggia di un 4 stelle.

Infine, Daniel vede un futuro sempre più internazionale per la sua città: “I turisti che verranno a visitare Venezia, principalmente cinesi e giapponesi, ma anche gli americani potrebbero aumentare, avranno la possibilità di continuare la loro vacanza a Jesolo”.

L’immagine sempre più consolidata della City Beach come meta di vacanza ideale, faciliterà l’estensione di una visita culturale e per musei di Venezia con giorni extra dedicati al relax.

Non solo al mare, ma anche in bicicletta per esplorare la natura della Laguna o i palazzi di design. Qui hanno infatti lasciato la firma archistar a livello internazionale, come Richard Meier, Carlos Ferrater e Gonçalo Byrne, i cui edifici sapranno stupire e incantare. Alla fine della vacanza, tutti i visitatori porteranno con sé quel senso di meraviglia che solo una città dai mille volti come Jesolo può dare.